Guido Folco 2009

“Tra simbolo e mito le sculture di Paolo Camiz racchiudono la forza della storia e dell’uomo, con i suoi drammi e le sue paure. I ferri contorti e corrosi di Paolo Camiz sono la metafora dell’esistenza, sono i nostri dubbi, rappresentano l’eterna lotta tra spirito e materia, tra anima e corpo, la tensione e l’afflato dell’umanità al cospetto delle moderne schiavitù, tesi verso una ricerca di libertà troppe volte effimera e fittizia. “Andromeda” è carne pulsante, simbolo dell’espiazione del mali del mondo e della rivincita dell’uomo e del bene sul male, nonostante tutto, in perenne lotta con le sfide quotidiane. Lastre e lame contorte, arrugginite, che raccontano un tempo e una vita, su cui l’artista interviene con forza e mestiere, piegando e plasmando la brutalità indistinta del caos in idea e forma. Un conflitto interno alla materia che si risolve in superfici grezze scarnificate, in mutamenti continui da cui nascono mostri ed eroi ed è possibile, forse, come racconta il poeta Ovidio nelle sue metamorfosi, scoprire il corpo vivo di Andromeda in una roccia sferzata dal vento, salvato dalla sua fragile umanità, rinato dall’orrore e dall’enigma della morte, ancora una volta vittorioso sulle tenebre dopo aver spezzato i legami della vendetta e dell’odio”.

(“Collusioni e Collisioni d’Arte” – Villa Gualino – Torino – novembre 2009)