Tondini

Il fascino del tondino da cemento armato ho cominciato a subirlo durante l’infanzia, quando accompagnavo mio padre ingegnere sui cantieri e vedevo gli operai piegare i tondini per dar loro la forma che mio padre aveva progettato per la costruzione di pilastri e travi: mi sembrava incredibile che il ferro potesse essere piegato dalla forza umana, sia pure con l’aiuto di alcuni strumenti.
Molto più tardi, quando ho trovato i tondini, ormai liberi dall’involucro di cemento, arrugginiti, corrosi, abbandonati nelle discariche (abusive) o addirittura in fondo al mare, mi sono reso conto che non è poi così difficile piegarli, almeno fino al diametro di 10mm, e ho cominciato a dar loro una forma, un disegno in tre dimensioni.
Quando si piega il tondino a freddo non gli si può una forma qualsiasi ma solo quella compatibile con la sua reazione alla forza applicata, forza che rimane sempre quella umana, con o senza punti di appoggio: ne segue che le curve che si ottengono sono quasi sempre morbide e raccordate elegantemente (“Grande figura” 1994, “Alto profilo” 1993, “Basso profilo” 1993).